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Insegnanti, Educatori

Il nostro viaggio a Didacta 2025: quando la formazione diventa esperienza

A cura di Dott.ssa Martina Pinaroli, Pedagogista, Educatrice e Formatrice 

Esperienza, consapevolezza e relazioni al centro della formazione educativa

Partecipare a Didacta 2025 è stato, per il Circo della Farfalla, molto più che prendere parte a una fiera dedicata alla scuola e alla formazione: è stato un incontro con le persone, con i loro sguardi curiosi e le loro domande, un’esperienza viva che ha attraversato pensieri, emozioni e pratiche.
Un tempo di ascolto e di confronto, dove ogni parola scambiata ha avuto il valore di una piccola scoperta.

Come racconta Marisol Trematore, pedagogista, counselor e co-titolare del Circo della Farfalla:

“La fiera ha superato le nostre aspettative. È stata un’occasione preziosa per ampliare la rete di conoscenze e per mettere a fuoco alcuni aspetti del nostro lavoro: questo ha stimolato in noi nuove consapevolezze, sia rispetto alla nostra identità professionale, sia rispetto alle potenzialità di miglioramento.”

Marisol sottolinea come il cammino verso la fiera abbia avuto in sé già un grande valore formativo:

“Riflettere su cosa documentare, come allestire lo stand e cosa comunicare è stato un modo per guardarci dentro. Ci ha permesso di ridefinire chi siamo, di ritrovare le nostre radici e la direzione verso cui vogliamo crescere. Questo processo di preparazione ha rafforzato ancora di più la nostra identità come Il Circo della Farfalla.”

Le sue parole ci ricordano che la formazione non accade solo nei luoghi deputati, ma anche nei momenti di riflessione e di cura che precedono l’azione. Un pensiero condiviso anche da Francesca Zanella, pedagogista, counselor e co-titolare del Circo:

Mi ha profondamente colpita vedere così tante insegnanti, educatrici e figure professionali avvicinarsi con desiderio di aggiornarsi e formarsi. È un segno tangibile di quanto la scuola e l’educazione siano ancora luoghi vivi di ricerca e passione.”

Francesca porta anche uno sguardo critico e consapevole:

“Sebbene le proposte scolastiche ed educative fossero davvero varie, ho provato un certo dispiacere nel riscontrare che, in alcuni stand all'interno della fiera, si percepiva un’idea di bambino e bambina ancora distante dalla loro dimensione sensoriale ed esperienziale. Eppure, nella fascia 0-6, il corpo, i sensi, la curiosità dovrebbero essere il punto di partenza di ogni apprendimento.”

L'idea del Circo della Farfalla ha cercato di offrire proprio questo: un’esperienza di incontro attraverso il materiale naturale e curioso, strumenti semplici ma potenti per raccontarsi e conoscersi, per riscoprire la meraviglia che abita il quotidiano.

Anche Mao Fusina, architetto e formatore del Circo della Farfalla, ha colto in Didacta l’occasione per generare legami significativi:

“È stato bello incontrare persone in ricerca, aperte a nuove modalità di fare formazione. La fiera, in fondo, è un contenitore di possibilità: un luogo dove le scuole possono scoprire strumenti e materiali per permettere ai bambini e alle bambine di sperimentare nuovi apprendimenti, più concreti e vissuti. Credo profondamente nel valore delle mani come strumenti per pensare, creare e imparare.”

Nelle sue parole ritroviamo uno dei cardini del pensiero pedagogico esperienziale: l’apprendere attraverso il fare, il pensare con le mani, il dare forma alle idee attraverso la materia e la relazione.

Marina Pavesi, psicomotricista e pedagogista del Circo della Farfalla, aggiunge un’altra prospettiva preziosa: quella dell’incontro con il mondo dell’inclusione e delle reti istituzionali.

“È stato sicuramente un momento arricchente, perché oltre a incontrare tanti professionisti abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con enti territoriali, ministeriali, associazioni e ONLUS. Dal punto di vista inclusivo, è stato significativo dialogare anche con le aziende produttrici di ausili, come Auxilia e Garage94, che si occupano di dispositivi per la comunicazione aumentativa e alternativa.”

Marina racconta come questi confronti abbiano aperto nuove riflessioni sul ruolo dei formatori e delle formatrici:

“È stato bello scoprire come si possa fare cultura anche attraverso la divulgazione con i professionisti, arricchendo così il panorama inclusivo per il benessere dei bambini e delle famiglie. Abbiamo incontrato molte altre realtà, spaziando su temi come il bullismo, la parità di genere e l’educazione alla cittadinanza. Tutti spunti utili non solo per amplificare le tematiche che già sosteniamo, ma anche per ampliare il nostro sguardo verso futuri orizzonti.”

Le sue parole restituiscono pienamente lo spirito di Didacta come luogo di connessione tra mondi diversi, dove il dialogo tra istituzioni, ricerca, aziende e professionisti diventa motore di innovazione educativa e inclusione sociale.

Chiara Cugini, psicologa e psicoterapeuta, collaboratrice del Circo, restituisce la parte più umana e affettiva di questa esperienza:

“C’è stata tanta cura, tanta professionalità e una bellezza vera, quella che nasce dall’umanità autentica. Il Circo porta con sé un’allegria leggera, che rende tutto più sostenibile. Ho sentito grazia, gentilezza e una passione contagiosa. In altre parole: esserci davvero.”

E forse è proprio questo il senso più profondo del “fare formazione”: esserci.
Essere pienamente presenti, in ascolto, in relazione.
Essere disponibili a lasciarsi toccare da ciò che accade, per imparare insieme agli altri.

All’interno dell’esperienza del Circo della Farfalla a Didacta 2025, la partecipazione di Elena Filippi e Giorgio Cipriani ha rappresentato un valore aggiunto fondamentale, contribuendo a dare forma e sostanza all’intero progetto espositivo e formativo.

 

Elena Filippi, segretaria e amministrativa dell’Ente, ha saputo intrecciare con competenza e sensibilità la dimensione organizzativa con quella relazionale, garantendo che ogni dettaglio logistico e comunicativo riflettesse la visione pedagogica del Circo della Farfalla. Il suo sguardo attento e preciso ha permesso di mantenere un equilibrio tra efficienza e accoglienza, tra struttura e spontaneità, diventando fonte continua di idee e di soluzioni creative al servizio di una progettazione educativa condivisa e partecipata.

Accanto a lei, Giorgio Cipriani, pedagogista e media Educator, ha offerto un contributo prezioso di riflessione critica sul dialogo sempre più complesso tra digitale ed educativo. Attraverso la sua prospettiva analitica e al tempo stesso profondamente umana, ha stimolato un confronto attivo sul ruolo delle tecnologie nei processi di apprendimento, valorizzando la necessità di uno sguardo consapevole, etico e inclusivo verso il mondo digitale.

Un riconoscimento speciale va anche a tutte le professioniste e i professionisti del Circo della Farfalla che, pur non potendo essere presenti a Didacta, hanno contribuito in modo essenziale alla preparazione e alla realizzazione della fiera. Il loro lavoro silenzioso, fatto di dedizione, competenze e visione condivisa, ha rappresentato la base solida su cui si è potuta costruire l’esperienza in fiera. Ogni contributo, visibile o dietro le quinte, ha nutrito il progetto comune, testimoniando la forza di una comunità educativa che cresce e si rinnova insieme.

Didacta 2025 è stata per noi un luogo di apprendimento condiviso, di dialogo tra pratiche e pensieri, di incontri che generano nuovi significati.
Una conferma che la formazione autentica nasce sempre dall’incontro tra le persone e dalla possibilità di creare insieme qualcosa di nuovo.

L’importanza dei luoghi che generano cultura

Ci sono luoghi che non si limitano a ospitare eventi: sono spazi generativi, in cui le idee prendono forma, si contaminano, crescono.
Didacta è uno di questi luoghi.
Incontri come questo ricordano che la cultura non è qualcosa di statico, ma un processo vivo, fatto di mani che costruiscono, di menti che riflettono, di cuori che si mettono in dialogo.

Perché ogni volta che un’idea nasce, si condivide e prende voce, qualcosa nel mondo cambia.
E noi, come Circo della Farfalla, crediamo profondamente che sia proprio da qui — dai luoghi dell’incontro, della curiosità e della riflessione — che possa germogliare un’educazione capace di trasformare il presente e di immaginare il futuro.

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