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Bambini Digitali: pericolo o risorsa?

A cura di Dott.ssa Martina Pinaroli, Pedagogista ed Educatrice

Dott.ssa Marisol Trematore, Pedagogista e Consulente Pedagogica

Dott.ssa Francesca Zanella, Pedagogista e Consulente Pedagogica

L’incontro tra i bambini e le esperienze Digitali è una delle questioni più complesse con cui si sono messi alla prova professionisti ed esperti dell’educazione, ma anche genitori e figure adulte che si occupano di minori. Smartphone, Tablet, Tv e Social vanno bene nella vita dei nostri figli? Quali sono i pericoli? Ci sono degli aspetti positivi? Cosa ci dicono le Scienze Pedagogiche a questo proposito?

Competenze in Divenire

Innanzitutto, non possiamo pretendere “verità assolute” in quanto la tecnologia odierna è in costante cambiamento: ciò significa che anche noi, educatori e genitori, dobbiamo tenerci aggiornati in modo dinamico.

Rimanere informati è sicuramente il modo più utile di stare vicino ai nostri bambini perché come adulti abbiamo il dovere di sapere quali sono i rischi e le risorse che può offrire questa “realtà virtuale”, per poter poi guidare le nuove generazioni a farne buon uso.

La tecnologia “Touch” compare già negli anni ’90, ma ha un grande boom intorno al 2010 con la comparsa di Smartphone, Tablet o Notebook, che hanno iniziato ad entrare nelle case delle persone e quindi a far parte della nostra quotidianità.  

Di conseguenza, anche i Social hanno iniziato ad essere utilizzati maggiormente. Quando parliamo di “Social” intendiamo i Social Network e facciamo riferimento a quei siti internet che forniscono agli utenti della rete un luogo d’incontro virtuale in cui poter condividere delle esperienze (foto, video, messaggi, giochi ecc…). Le piattaforme virtuali più conosciute ed utilizzate sono per esempio Facebook, WhatsApp e YouTube, ma ce ne sono alcune che si sono sviluppate più recentemente e che hanno già superato le altre a livello di notorietà, come Instagram o TikTok.

I dati che hanno fatto allarmare Pediatri ed Esperti del settore, sono stati quelli relativi all’utilizzo dei dispositivi digitali nei bambini italiani al di sotto dei due anni: il 38% (percentuale che potrebbe essere aumentata, considerando che la ricerca di Telefono Azzurro risale al 2016). Altri rilevamenti simili ci suggeriscono come il più della metà dei bambini utilizzi per molte ore un Tablet per giocare, piuttosto che uno Smartphone per guardare video su YouTube.

La generazione dei “Nativi Digitali”

I bambini di oggi fanno parte di una nuova generazione, che chiamiamo “Nativi Digitali” ovvero persone nate nell’era dei multischermi, che considerano la tecnologia un elemento naturale.

Marc Prensky, 2001

Questi bambini sono “la prima generazione che sviluppa un sapere senza che gli sia stato consegnato dalla generazione precedente. Insegnanti ai quali sono i propri allievi che insegnano” afferma Daniele Novara, pedagogista e direttore del CPP.

Le nuove tecnologie sono parte integrante della vita delle persone, per questo i bambini ne hanno così tanta familiarità: perché fin dalla nascita ne hanno visto e sperimentato l’utilizzo.

Qual è quindi il compito dell’adulto, se non è chiamato ad insegnare ai bambini come si utilizzano questi dispositivi?

Il compito degli educatori e dei genitori è sostanzialmente quello di conoscere gli stili di esplorazione e d’uso delle tecnologie e le fasi d’età del bambino in cui proporre gli strumenti corretti, per poter creare contesti di apprendimento equilibrati ed adeguati.

“I Tablet vengono dati ai bambini sin da quando sono molto piccoli, ma sarebbe meglio evitarli fino almeno ai tre anni. Gli strumenti tecnologici possono essere utilizzati ma con grande moderazione e con il controllo costante degli adulti: i bambini davanti allo schermo perdono la cognizione del tempo e la fruizione che ne consegue è solo passiva, non certo attiva e sensoriale.”

E. Rossini, Pedagogista

Uno studio che ci viene in aiuto per fare chiarezza è quello della Boston University School of Medicine in cui sono state constatate diverse abitudini che andrebbero evitate. Ci sono, nella vita dei bambini, momenti di “attesa” o “noia” che non vanno colmati per forza. Fin da piccoli, il fatto di essere abituati ad affrontare piccole frustrazioni quotidiane (l’attesa dal pediatra o il ricevere un “no” dall’adulto), permette loro di crescere e di vivere con consapevolezza ed equilibrio le sfide inevitabili che dovranno superare nel corso della vita.

Cercare di calmare i propri figli con tablet o smartphone sarebbe dannoso, perché potrebbe influire negativamente sullo sviluppo emotivo; cercare di intrattenere e far distrarre i bambini con questi dispositivi non permetterebbe loro di imparare a controllare le proprie emozioni, autoregolandosi. Inoltre, l’uso sempre più frequente dei dispositivi li allontanerebbe dalle interazioni. Televisione, tablet e telefonini possono interferire sulle capacità di socializzazione, di empatia e di risoluzione dei problemi che generalmente vengono apprese durante l’infanzia con l’esplorazione, il confronto, il gioco e l’interazione con coetanei e adulti.

Il rischio è anche quello che la tecnologia sostituisca attività importanti per lo sviluppo senso-motorio e visuo-motorio, fondamentali per l’apprendimento in generale, oltre che per l’applicazione di scienza e matematica.

Educhi-Amo in presenza

Prediligiamo quindi per i nostri bambini e per le nostre bambine esperienze concrete, sensoriali, motorie: esperienze che si basano sulla relazione con adulti e con i pari. Il contatto fisico e l’utilizzo di tutti i sensi permettono lo sviluppo delle risorse neuronali e l’allenamento di capacità legate alla concentrazione e all’attenzione.

Nei primi anni di vita non possiamo definire propriamente “apprendimento” quello che i bambini sperimentano attraverso il touch screen, specialmente se vengono lasciati soli senza la presenza dell’adulto che fa da mediatore. Essi non hanno le capacità o le competenze per gestirlo, senza contare il fatto che i dispositivi creano dipendenza. Queste nuove dipendenze prendono il nome di IAD (Internet Addiction Disorders) e sono legate all’uso compulsivo di mondi virtualizzati, al gioco d’azzardo e alla pornografia online. Iperattività, disturbi del sonno, mancanza di concentrazione, disturbi dell’umore, della regolazione delle emozioni e allontanamento del bambino dai rapporti sociali possono essere segnali di dipendenza da tecnologia.

L’uso dei dispositivi elettronici non è da demonizzare o da evitare tassativamente: basta trovare il giusto equilibrio! Ci può essere anche un tempo dedicato al digitale purché sia definito dall’adulto e concordato con il bambino.

Come Educare al Digitale?

  • Ogni 30 minuti di tv o tablet, i bambini dovrebbero passare 2 ore immersi in attività che forniscano loro opportunità di interazione con i genitori o con altri bambini;
  • Limitare il tempo di visione dei contenuti sullo schermo: le tv non si spengono da sole, quindi dobbiamo farlo noi;
  • Scegliere i contenuti prediligendo quelli “edutainment”(editoria multimediale educativa);
  • Condividere la fruizione e la visione di programmi ed esperienze schermo mediate insieme ai bambini per poterli guidare e supportare;
  • Definire i momenti e i luoghi della visione, prevedendo aree “screen free” all’interno della giornata (ad esempio, il momento dei compiti);
  • Evitare di porre pc o console gioco nella stanza da letto. Privilegiare uno spazio comune in cui metterli, per permetterci di controllarne realmente l’utilizzo;
  • Stabilire un tempo di condivisione degli strumenti digitali, un tempo per l’uso individuale, soprattutto per i più grandini e un tempo di “riposo/detox” che valga per tutti: bambini e adulti;
  • Lasciare il nostro smartphone spento o non guardarlo per un tempo da decidere insieme.

Quando iniziano a navigare in rete da soli…

 … trasmettiamo loro che Il Pc o lo Smartphone che usano è sempre controllato da noi genitori e che tutto ciò che viene pubblicato diventa di dominio pubblico: quello che sceglieranno di caricare in internet diventerà “pubblico” e ci resterà per sempre.

Informiamoli che non tutto quello che si trova sul web è vero (consultare altre fonti) e che la loro privacy è molto importante (non dare mai in chat o via email informazioni personali, dei familiari o degli amici). Mostriamo ai nostri figli che oltre ai videogiochi si possono fare anche altre esperienze divertenti, utili all’apprendimento. Per esempio:

La cosa più importante è sviluppare, nei bambini e adolescenti, uno sguardo critico e riflessivo che possa permettere a tutti di stare in una condizione di sicurezza e benessere, ed allo stesso tempo, riuscire a sfruttare le qualità e potenzialità degli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione oggi.

Perciò… buon lavoro a tutti!

Bibliografia:

  • “Bambini e tecnologie digitali: opportunità, rischi e prospettive di ricerca”, D. Ripamonti, Media Education studi ricerche e buone pratiche, Edizioni Centro studi Erikson Vol 7, n.2, anno 2016
  • “GENITORI 2.0. Educare i figli a navigare sicuri”, G. Maiolo, Edizioni La Meridiana, Bari 2017
  • “Il bambino e gli schermi” J. F. Bach, O. Hude, P. lena, S. Tisseron, Academie des Sciences, edizione italiana a cura di Paolo Ferri e Stefano Moriggi, Edizioni Guerrini, Milano, Maggio 2016
  • “Guida all’’uso della tecnologia da 0 a 6 anni” articolo pubblicato on-line 9/02/2016
  • “Nativi digitali. Non lasciamoli soli con i media“, A. Oliverio, Vita e Pensiero, 2/2014
  • “Tutto troppo presto”, A. Pellai, De Agostini, Novara, 2015

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