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L'arte di sbagliare

A cura di Eleonora Consolati (Creature a Colori), Educatrice professionale con specializzazione in outdoor education e artista. 

“Da un lapsus può nascere una storia, non è una novità…Se un bambino scrive nel suo quaderno «l’ago di Garda», ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo «ago» importantissimo, segnato anche nella carta d’Italia. La luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?” Gianni Rodari

Cos'è l'errore?

Il modo in cui viene vissuto l’errore da piccoli si protrae fino all’età adulta. È possibile scegliere la modalità con cui far vivere questa esperienza al bambino: con rabbia e disgusto o con simpatia e curiosità. Mi vorrei avvicinare a voi riportandovi le motivazioni profonde di ciò che mi ha spronato a scrivere di questa tematica.

Perché scrivo? Non solo per vincere la paura di sbagliare e di essere giudicata, ma anche per superare quella parte di me molto critica ed esigente verso se stessa. Non a caso sto già sentendo la vocina stridula che, sussurrandomi all’orecchio, ripete: “ma tu non sei una scrittrice, dovresti lasciare questo scritto a chi ne è veramente capace, non sei molto brava a comunicare…”.

Spesso questa voce interiore, nata dalla paura e di conseguenza dal bisogno di conferma, blocca la capacità di prendere decisioni importanti nella vita e può mettere nelle condizioni sgradevoli di provare una forte ansia. Quindi forse scrivo anche per assimilare e comprendere in modo più chiaro questo argomento a me caro.
Fortunatamente esistono le soluzioni, non solo prendendosi premurosamente cura delle proprie ferite ma anche sperimentando, mettendosi in gioco senza mai perdere il desiderio di sperimentare e di meravigliarsi. E, per quanto riguarda gli educatori, accompagnare il bambino e la bambina anche durante questa esperienza.


L’arte è un fantastico spazio protetto dove esercitarsi e permettersi di sbagliare senza andare incontro a sgradite situazioni, o comunque a saperle gestire, e può portare la persona ad aprirsi a piacevoli scoperte e nuove possibilità da cui partire. Devo ammettere che l’arte mi ha insegnato molto, tra cui la pazienza di attendere e la temperanza ad andare avanti nella strada in cui ho creduto.

 

   

I colori della Terra.

Processo: dal colore sul foglio agli esperimenti di cucina.

    

             
Regola e caso: l’imprevisto e la capacità creativa secondo Bruno Munari 

“La perfezione è bella ma è stupida. Bisogna conoscerla ma romperla. La regola non deve uccidere la fantasia. La combinazione tra regola e caso è la vita, è l’arte, è la fantasia, è l’equilibrio”. Bruno Munari

Bruno Munari, astuto osservatore, durante la collaborazione come designer in un’azienda tessile, nota che su alcuni tessuti si formano delle macchie irregolari. Scoprendo la causa della perdita delle gocce di acido dalla fessura di un tubo rotto si lascia ispirare dalla accidentalità. Questo inaspettato errore, solitamente visto come disturbante, viene capovolto e colto da Munari come una nuova ed insolita decorazione che rende il tessuto unico e irripetibile, di sicuro non monotono allo sguardo. Così crea un collage di stoffe con disegno regolare e non, con particolari prevedibili e altri aritmici, da cui ogni fruitore può dedurre una scena diversa, sviluppando così la fantasia e la gioia di ognuno in modo originale.


Con questa dimostrazione Munari ci insegna che nell’arte, così come nella vita, sfruttare la casualità, ci permette di dare spazio alla fantasia senza sottomettersi ad un rigore razionale e ripetitivo.
Non a caso le strutture continue, in natura, sono comunque strutture capaci di integrarsi agli elementi casuali che possono intervenire nel corso del processo di crescita, come ad esempio una roccia esposta a forti venti che assume una particolare forma di elefante o di tartaruga, oppure la molteplicità delle forme degli alberi di stessa specie influenzate dal tipo di ambiente circostante e la loro capacità di crescere curvi e in mille modi, per piegarsi al vento senza spezzarsi.

La varietà è sinonimo di vita; e pure l’inesattezza.


Aprirsi all’errore in modo positivo significa aprirsi anche alle diverse occasioni che la vita ci propone, che successivamente possono essere un ottimo bagaglio personale.
Quell'errore, se è ben accolto dalla nostra capacità creativa, può diventare un atto creativo di estrema bellezza. Dunque, come ci insegna il Libro degli errori, ci si può divertire anche imparando a sbagliare. L’errore può dar luogo a realtà più curiose di quanto ipotizzate a priori.

“Con l'intuizione, con la fantasia e con la creatività, grazie anche a questa casualità che gli orientali chiamano zen, c'è un contatto con la realtà diverso che permette di scoprire altre qualità che non portano solo ad un risultato pratico ma anche conoscitivo” (B.Munari).

Direi quindi che possiamo permetterci di aprirsi alla meraviglia e alla curiosità di sperimentare, sbagliare, riprovare e scoprire la nostra unicità; voi che ne dite?


 

Colori di Natura: il divertimento porta a fare una macchia sulla tovaglia. Ne facciamo molte e casuali. Dalle MACCHIE nascono un UNIVERSO e una GIRAFFA.

Pedagogia dell’errore e l’approccio Life Long Learning

“Sbagliando s'impara è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe dire: sbagliando s'inventa”. Gianni Rodari

Il modo in cui viene vissuto l’errore da piccoli si protrae fino all’età adulta.
Pensate, oltre a conoscere il mondo e se stesso in relazione all’ambiente, quanti condizionamenti il bambino può assorbire fino ai sette anni relativamente alle esperienze affrontate o rispetto ad argomenti importanti.
I giudizi dell’adulto, gli ordini eccessivi e la mancanza di fiducia possono effettivamente diventare una piccola gabbia per il/la piccolo/a che, invece, è energia in espansione oltre allo spazio e al tempo, presente in ciò che apprende.
Preservare dall'errore bambini e bambine e proteggerli eccessivamente dalle situazioni scomode, tenendo conto solo delle prestazioni, significa allontanarli dai momenti di riflessione e di introspezione che possono invece incoraggiare il pensiero critico, l'autonomia di giudizio e uno sguardo divergente e crea(t)tivo.


Il pensiero divergente è definito come la capacità di trovare molteplici risposte ad una medesima domanda e può svilupparsi nella libertà di pensiero e di espressione.
L’errore può essere una risorsa che permette all’essere umano di crescere e migliorare, come individuo e come umanità, se c’è il giusto atteggiamento interiore.
Impedire al bambino di sbagliare voglia significare impedirne la ricerca, la crescita e cosa fondamentale la curiosità.
La curiosità è un importante motore intrinseco che permette all’essere umano di essere vivo, attento e sveglio.

Per la pedagogia esperienziale, infatti, all’interno dell’esperienza, l’errore è una parte necessaria del processo di acquisizione: volerlo evitare significherebbe frenare l’apprendimento e inibire la fiducia di sé e delle proprie capacità.
L’errore ci porta sul cammino della sperimentazione, dell’esplorazione, dell’accettazione e della meraviglia, sia del mondo sia di noi stessi.

La vita è una spirale fatta di esperienze in connessione, da un apprendimento ne nasce un altro così come da una riflessione nasce una nuova apertura e noi siamo lì in mezzo e possiamo scegliere di essere ricettori attivi che si concedono di mettersi in discussione per imparare e migliorare continuamente.

L’atelier dell’errore e la possibilità di trasformarlo in arte

“La creatività è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, mentre la creatività abbraccia il mondo stimolando il progresso e dando impulso al futuro”. Albert Einstein

Durante i laboratori artistici che organizzo in natura noto come, spesso, i freni e i condizionamenti dei genitori e, più in generale della nostra cultura, siano alla base della difficoltà del bambino di sentirsi libero di sperimentare e di esprimersi.
I blocchi che percepisco nei bambini sono dovuti per la maggioranza delle volte dai tanti giudizi che limitano la libertà espressiva o da indicazioni esterne, ad esempio “è bello”, “è brutto” “è troppo pieno/vuoto”, “è del colore sbagliato”, “questo deve essere fatto in questo modo” ecc.
Questo succede poiché gli adulti interpretano l’importanza dell’arte solo in base al risultato finale piuttosto che al processo stesso.
Per processo intendo appunto l’esperienza disinteressata dell’arte, il piacere della persona di lasciare una traccia di sé, la gioia scaturita dalla creatività di quel preciso istante, la meraviglia degli occhi che scoprono linee, forme, colori delinearsi spontaneamente su una superficie pulita, senza preconcetti, senza idee mentali prestabilite, ma solo puro stupore.
E’ così che il bambino è immerso nella sua esperienza, qui ed ora, nel momento stesso in cui la attua e la percepisce.
In questo status mentale libero, svincolato e di pienezza anche l’errore per il bambino diventa possibilità, diventa incredulità e sorpresa allo stesso tempo.
E, sempre grazie a questo atteggiamento sereno e giocoso, l’errore è l’occasione per aprirsi ancora di più all’infinito mondo interiore dell’immaginazione e della fantasia.  


Anche imposizioni esterne come “Non toccare”, “questo non puoi farlo” ecc. non permettono la manipolazione, la conoscenza multisensoriale del mondo esterno e la percezione di informazioni utili attraverso il corpo, che poi sono serviranno al bambino per rimescolare le carte e agire sull’ambiente, verificare e creare.
Infatti attraverso l’arte abbiamo la possibilità di interagire nella vita di tutti i giorni come conoscenza del mondo, come scoperta delle qualità e delle proprietà dei vari materiali, come "FARE" attraverso la materia e come trasformazione di questa.


Dobbiamo prestare attenzione a non categorizzare, catalogare secondo l’idea che ci siamo fatti sul mondo che ci circonda e a non influenzare il bambino coi nostri preconcetti ma a lasciarlo libero di sperimentare il potere della creazione di cui tutti si è
dotati e della propria percezione, aiutandolo a toccare più punti di vista.
 

Un tale mi venne a domandare: quante fragole crescono in mare? E io gli ho risposto di mia testa: quante sardine nella foresta.

G. Rodari

 

Bibliografia

  •  Da cosa nasce cosa, B.Munari, Ed. LaTerza
  • Fantasia, B.Munari, Ed. LaTerza
  • Tesi personale Eleonora Consolati,  “Non si crea se non si tocca. La creatività secondo Bruno Munari” 2017/18

  Sitografia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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