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Genitori, Insegnanti, Educatori

Famiglie e Zona Rossa: come affrontarla di nuovo?

Zona rossa per la maggior parte delle regioni italiane, e la cosa più difficile di questa situazione è stata per un vasto numero di persone la chiusura delle scuole e degli asili nido. Tra le innumerevoli problematiche legate a questo momento, ci sono sicuramente il disagio dei bambini e degli adolescenti che si vedono privare di una parte fondamentale della loro quotidianità e la difficoltà dei genitori a gestire il lavoro e contemporaneamente l’accudimento dei figli.

Il tutto in un clima di difficoltà economica che ha toccato quasi tutti i settori lavorativi, il brutto ricordo dei precedenti “lockdown”, le misure restrittive, l’isolamento dagli affetti e da quella che chiamavamo “normalità”.

Famiglie e nuove difficoltà da affrontare

Ma adesso che fare? Chi si prenderà cura delle famiglie, ancora una volta lasciate sole? E dei bambini e degli adolescenti? Come spiegare quello che sta succedendo se nemmeno noi possiamo avere delle spiegazioni concrete? Per non parlare di chi, a causa di quest’altro periodo si troverà nelle condizioni di perdita del posto di lavoro.

Chi sono le famiglie in questione? Sono coppie, mamme, papà, nonni, zii, caregiver, che si stanno prendendo cura dei loro affetti più importanti. In molte di queste, abitano “piccole” persone di cui si è tanto parlato, ma che ogni volta pare siano dimenticati e messi in secondo piano: i bambini e le bambine… i ragazzi e le ragazze. Le famiglie che ad oggi hanno a carico dei minori, ricominciano con la “routine” tanto odiata della DAD, le videochiamate online, la riorganizzazione della vita di tutti i giorni, passando dalla cucina alla camera, tra la preparazione di pane e torte, una chiamata di lavoro e la risoluzione dei problemi della connessione che salta.

Vi ricorda qualcosa?

Esatto… lo scorso lockdown. Credo fermamente però, che ogni esperienza che ri-viviamo, ci dia la possibilità di essere affrontata in modo migliore, ovvero, senza incespicare negli errori che abbiamo fatto in precedenza. “Sbagli”, se così possiamo chiamarli, non commessi chiaramente per colpa nostra, ma semplicemente per inesperienza nell’affrontare una cosa totalmente nuova e destabilizzante.

Un esempio? I mille video-tutorial per far fare le attività didattiche-esperienziali ai bambini a casa… utili fino ad un certo punto. Quello che bambini e bambine richiedevano era facile: stare. Non fare.

STARE. Poter stare con adulti in grado di rassicurarli, di spiegare cosa stava succedendo e di trovare lo spazio per condividere momenti insieme.

Parlando con molti genitori e care-giver abbiamo avuto la percezione (in molti casi, esplicitata da loro stessi) che il “dover fare” per forza qualcosa, andasse solo ad aggiungere ulteriore stress in una situazione che di per sé già lo era. Anche il fatto di utilizzare molto spesso il canale digitale per comunicare ha portato conseguenze non previste e spiacevoli, soprattutto per i più piccoli.

Quindi, un po’ di esperienza, l’abbiamo fatta. Abbiamo collettivamente capito e percepito cosa andava e cosa no. Cosa ci faceva stare meglio e cosa invece non funzionava. Partiamo da qui: cominciamo a trovare delle soluzioni che facciano stare bene adulti e bambini. Non esistono suggerimenti e consigli pre-confezionati: ogni famiglia, se attinge ai ricordi e alle sensazioni profonde, sa quali sono state le situazioni da non ripetere e quelle invece hanno avuto degli esiti positivi. Non è di certo facile destreggiarsi nuovamente in una situazione vincolante e restrittiva, ma dobbiamo provarci. Accettiamo i momenti di sconforto e le giornate in cui saremo più stanchi, più provati. Accettiamo gli stessi stati d’animo dei nostri bambini e delle nostre bambine, non fingiamo che non ci siano.

Andrà tutto bene ci chiedono? Faremo del nostro meglio!

E tutte le vite che abbiamo vissuto e quelle che dobbiamo ancora vivere sono piene di alberi e foglie che cambiano.
-Virginia Woolf-

Il messaggio più importante che non dobbiamo smettere di dare ai più piccoli, ma anche agli adulti, è la speranza che come tutte le cose, anche questo periodo, passerà. Non abbiamo la certezza di “quando” finirà, ma ricordiamoci che tutti i momenti della nostra vita hanno un inizio ed una fine. Che tutto cambia e muta nel corso del tempo. Dobbiamo avere fiducia in questo e non scoraggiarci.

Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
-San Francesco d’Assisi-

A piccoli passi, cerchiamo di non perdere i contatti con le persone care, non lasciamoci SOLI. Cerchiamo di guardare alle cose che possiamo fare e non perdiamo di vista il vero “stare bene”.

Facciamolo per noi, per le persone che amiamo. Per la nostra vita, che tra alti e bassi, va comunque avanti. Troviamo i modi di rimanere comunque in equilibrio con noi stessi, di sentire che ci sono delle certezze intorno a noi, anche se meno rispetto a prima. Cerchiamo di ricordare sempre che abbiamo delle “ancore” dentro noi stessi che ci permetteranno sempre di non essere trascinati via… giace qui, la vera forza da “tirare fuori” adesso. Andiamo a ripescare le risorse che avevamo scoperto di avere durante il primo lockdown…perchè ci sono, non le abbiamo perdute.

Un racconto del Micronido Il Piccolo Pino

Nel mese di settembre 2020, insieme alla mia socia, è iniziata l’esperienza come titolare di nido e per la prima volta, entrambe ci siamo trovate a gestire questa situazione di chiusura. Da pedagogiste ed educatrici ci siamo prese del tempo per riflettere su come far fronte al meglio alla situazione, memori dell’esperienza fatta lo scorso anno in altre strutture, per restate unite alle famiglie che frequentano il nido.

Abbiamo ricercato alcuni modi per rimanere accanto ai nostri bambini e alle nostre bambine, senza però oberare le famiglie di “lavoro” o “esperienze obbligate”. Tutto ciò che abbiamo proposto è stato pensato per non voler essere invadenti e per rispettare le nuove routine che ognuno si è dovuto ricreare, ma allo stesso tempo, per trovare un modo di esserci, ugualmente.

Una di queste iniziative, nasce dall’idea di continuare in modo concreto uno dei progetti che stavamo portando avanti al nido. Il Piccolo Pino nasce con l’intento di guardare ad una pedagogia che va di pari passo con la natura: il vivere il “fuori”, so-stare nei ritmi e nei tempi naturali, il prendersi cura del giardino e di ciò che ci offre. Con i bambini e le bambine stavamo iniziando a smuovere il terreno con palette e rastrelli, spargere la terra nuova e piantare i primi semini. Da qui l’idea di coinvolgere le famiglie, preparando per loro dei vasetti con della terra e dei semi da piantare a casa, per coltivare e far crescere le loro piantine, che saranno riportate e piantate nell’orto del nido appena si potrà tornare.

Questa esperienza è stata accolta con entusiasmo, complice la riflessione esplicitata che accompagna i semini e la terra: il messaggio che vogliamo far passare ai più piccoli, è che troveranno il modo di CONTINUARE il percorso intrapreso, che nulla si è spezzato o è svanito. E che appena si potrà, TORNERANNO alla normalità della vita al nido. Ed insieme alle loro educatrici e compagni/e di gruppo, potranno portare una parte di casa (la piantina) al nido.

La speranza è come una strada nei campi: non c’è mai stata una strada, ma quando molte persone vi camminano, la strada prende forma.
-Yutang Lin-

A cura di Dott.ssa Martina Pinaroli, Pedagogista ed Educatrice, Co-titolare del Micronido “Il Piccolo Pino”

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