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Arti Visive: Necessità e Bisogni di un’educazione per e con i bambini e le bambine

A cura di Dott.ssa Martina Pinaroli, Pedagogista ed Educatrice

“Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.” Pablo Picasso

L’arte ha sempre giocato un ruolo importante nella vita della donna e dell’uomo: potremmo ad oggi definirla una necessità, un bisogno. Perché attraverso essa le persone hanno la possibilità di esprimere vissuti, esperienze ed il proprio sentire, dando così voce a quella parte del loro essere che non possono esplicitare in altro modo.  Le principali forme d’arte che conosciamo sono la pittura, il disegno, la scultura, l’architettura, la letteratura, la musica, la danza, il teatro, il cinema, la fotografia e il fumetto (da queste poi, ne conseguono altre).

Arti Grafiche, Figurative e Visive

Quando parliamo di Arti Grafiche intendiamo una categoria di espressioni artistiche solitamente bidimensionali e riprodotte su una superfice piana (disegno, pittura, fotografia). Con la terminologia Arti Figurative invece, ci riferiamo alla rappresentazione di immagini del mondo intorno a noi, alcune riprodotte fedelmente, altre in modo astratto o reinterpretato. Arti Visive è quindi una definizione “contenitore” in cui possiamo nominare tutto ciò che ha a che fare con un prodotto artistico come risultato finale, visibile e tangibile.

Il bambino come soggetto creativo

La scelta di centrare la riflessione sui bambini e le bambine ed il rapporto con alcuni tipi di Arti Visive è perché il panorama tematico è molto vasto e altre tipologie espressive (come quelle cinestetiche o uditive) meritano descrizioni ed approfondimenti a sé stanti.

Da quando ai minori è stato riconosciuto un ruolo a livello sociale (il Novecento viene anche chiamato “Il secolo del bambino”) ed una propria identità, alcuni autori hanno iniziato ad interessarsi e a pensare che anche nei bambini fosse insita la capacità di esprimersi attraverso l’arte. Nei contesti odierni educativi abitati dal bambino (casa, asilo nido, scuola…) l’arte “sarebbe” importantissima, tuttavia non le è ancora stato attribuito il valore che merita.

Non posso per ovvie ragioni menzionare tutti gli artisti o personaggi celebri che fanno parte del pensiero ad ispirazione artistico-pedagogica storica e contemporanea, pertanto quelli riportati sono scelti sulla base di esperienze che mi hanno avvicinata personalmente a questa tematica e che ho incrociato nel mio percorso professionale vicino ai bambini e alle bambine.

Bruno Munari e la curiosità delle bambine e dei bambini

Tutti conosciamo sicuramente l’incredibile genialità di Bruno Munari (1907 – 1998), artista e designer italiano che dedicò numerosi progetti per e con i bambini. La sua filosofia affondava le radici nella creatività e nel grande potenziale espressivo dei piccoli. Realizzò per loro giochi, libri e laboratori perché credeva fermamente che fosse importante coltivare la curiosità fin dalla primissima infanzia, in modo che venisse poi mantenuta anche nell’età adulta, per crescere come individui unici ed originali.

“Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire e la voglia di comunicare” Bruno Munari

Focalizzò parte del suo impegno per cercare di offrire ai bambini modalità di sperimentazioni pluri-sensoriali, attraverso l’esplorazione tattile e giochi “non finiti”, in grado di lasciare spazio alla fantasia e alla creatività. Anche il colore per Munari gioca un ruolo importante: quanti tipi di colori esistono in natura e quanti vengono messi a disposizione del bambino quando dipinge?

A questo proposito, riporto l’esperienza di un progetto di nido (ma con la possibilità di sviluppo anche nelle scuole di grado superiore) ispiratosi al libro “Nomenclature of colors”, che come esperienza laboratoriale si proponeva di ricercare con i bambini i colori presenti in natura. Quanti tipi di “verde” esistono? Raccogliendo foglie, erba o steli si potevano confrontare davvero moltissime gradazioni differenti. Con alcuni si poteva realmente far uscire del colore, schiacciandoli o facendoli strisciare direttamente sul foglio. Un progetto che per altro, lascia spazio alla fantasia ed agli interessi che esplicitano i bambini in corso d’anno e come direbbe Munari “un gioco/laboratorio APERTO”, senza un finale prestabilito.

Chi è Hervet Tullet?

Forse possiamo descriverlo partendo proprio dai suoi libri, che sono veri e propri laboratori d’arte per bambini! Tullet, artista ed illustratore francese, ha il dono di riuscire ad unire il gioco alla creatività, sviluppando un concetto molto dinamico di educazione all’arte. Uno tra i suoi ultimi libri, edito nel 2016 è “La Fabbrica dei colori. I laboratori”, un vero mondo in cui tuffarsi e accendere le idee. Si tratta infatti di un libro “guida” in cui, attraverso immagini, descrizioni e consigli pratici, viene spiegata la cura, la preparazione dell’ambiente e dei materiali per poter creare concretamente laboratori d’arte in cui i bambini possano esprimersi lasciandosi guidare da creatività e fantasia.  

I mondi di Gek Tessaro

Perché vi parlo di mondi? Perché l’artista veronese Gek Tessaro riesce a spostarsi tra arti grafiche e teatrali creando dei veri e propri spettacoli in cui sono le immagini a parlare! Oltre ai numerosi albi illustrati, questo artista poliedrico, con la sua vena ironica e un grande carisma, ha un modo davvero interpretativo di intendere l’arte. A guidare le sue mani ci sono sempre emozioni e sentimenti molto forti, spesso è ricorrente il “rovesciamento” delle parti e dei ruoli, che ci danno la possibilità di guardare le cose da un’altra prospettiva. Durante i suoi spettacoli non si distinguono le risate dei grandi da quelle dei bambini: l’arte di Gek unisce proprio tutti.

Mi piace pensare che ogni persona che entri a contatto con questa realtà (educatori, insegnanti, professionisti dell’educazione ma anche genitori, famiglie e tutte le altre figure adulte), possa farlo a seconda della propria ispirazione in merito al contesto scelto. E’ importante che l’elaborazione delle esperienze da proporre ai bambini sia del tutto soggettiva e non una “ripetizione” schematica di quello che a loro volta propongono gli artisti. Questo perché il “motore” che fa funzionare l’esperienza che proponiamo è la passione genuina che trasmettiamo ai bambini mentre siamo vicini a loro. Di conseguenza, il momento ludico deve in primis entusiasmare noi e coinvolgerci nella modalità che ci fa stare bene, basandosi chiaramente sulla linea pedagogica che intendiamo perseguire nel rispetto dei bisogni e diritti dei bambini e delle bambine.

Il ruolo dell’adulto e la preparazione dell’ambiente

Non possiamo pensare all’arte come disciplina marginale. Purtroppo, fino ad oggi “arte” è sempre stata considerata da meno tra gli insegnamenti scolastici e mal interpretata negli ambienti educativi pre-scolastici (in cui spesso viene ancora proposta come “il lavoretto”). Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza a tal proposito: se conveniamo che l’espressione artistica deve essere guidata dal proprio sentire e dalle proprie emozioni, possiamo definire “Arte” un’attività che ha come obiettivo quello di creare un “prodotto” finale uguale per tutti i bambini? Questa non è espressione… possiamo considerarlo forse come lo svolgimento di un compito esecutivo e impostato, ed in merito a questo, sarebbero necessarie riflessioni su quali siano poi gli apprendimenti e le emozioni che queste “attività” lasciano al bambino .

Quando invece parliamo di sperimentazione e di esperienza artistica e creativa, intendiamo fare sicuramente un altro percorso. L’adulto, per accompagnare il bambino a sviluppare capacità e competenze in ambito artistico, necessita di cambiare completamente sguardo. Si inizia creando un contesto con il fine di fornire differenti oggetti e possibilità di sperimentazione; uno spazio curato e ordinato, in cui però i bambini si possano muovere nella scelta dei materiali e sulla base del tipo di esperienza che scelgono di fare. Quando parliamo di “materiali” non intendiamo solo tempere e pennelli ma anche:

  • Elementi naturali: foglie, fiori freschi o pressati (vanno benissimo anche per fare le composizioni) pezzi di frutta o verdura, diversi tipi di terre, cortecce, sassi…fate raccogliere ai bambini!
  • Carte di diverso spessore, forma, colore, dimensione e superfice;
  • Utensili alternativi al pennello per stendere il colore (spugne, rulli, spazzole, bastoncini) e via dicendo: largo alla fantasia!
  • Bottigliette e tappi di plastica da riutilizzare, bobine e fili colorati, materiale in legno;
  • Sabbia, sale, zucchero o farine;
  • Acquerelli, pennarelli, matite, cerette, pastelli, colori ad olio;
  • Nebulizzatori (mettendo dentro acqua e colore si può spruzzare direttamente sul foglio);

Non è necessario creare un surplus di materiale: si può pensare di alternarlo e diversificarlo nel tempo. Certo è che, più opportunità offriamo, più possibilità diamo al bambino di conoscere e fare esperienza. Altro accorgimento che dovremmo adottare, è quello di dare la possibilità ai bambini di lavorare in piccoli gruppi: in questo modo c’è spazio per la relazione, ma anche un momento in cui possano “percepirsi” individualmente. Inoltre, aumenta la possibilità di entrare in un clima sereno, in cui la concentrazione sia facilitata.

Rispettiamo le tempistiche dei bambini, anche quando non “entrano” subito nell’esperienza: lasciamo loro la possibilità di osservare e stare “un passo indietro”, per fare il salto quando si sentiranno pronti.

L’adulto accompagna nel senso che propone e affianca, ma non mostra “quello che deve fare, quali colori scegliere, come deve utilizzare il materiale”. Altrimenti in che modo il bambino potrebbe esprimere il proprio sé?

L’adulto, specialmente le prime volte, può trasmettere passione ed entusiasmo dipingendo o modellando l’argilla in mezzo ai bambini. Ma deve essere un fare arte insieme, ognuno a proprio modo. Lo stesso dovrebbe accadere nella scuola primaria e secondaria: spesso l’ora di arte è solo teorica e c’è poca pratica… ma cosa rimane ad uno studente se non gli viene data la possibilità di sperimentare? L’apprendimento passa dall’esperienza.

Guardare con occhi nuovi significa…

…non “aspettarsi” qualcosa. Non c’è un risultato finale prestabilito, perché bambini e bambine sono diversi gli uni dagli altri. La cosa fondamentale è che ognuno abbia avuto la possibilità di avvicinarsi in modo sereno e non forzato a questo tipo di esperienza.

Sradichiamo un mito: l’arte è solo per chi ha talento. ASSOLUTAMENTE NO! Tutti devono avere la possibilità di approcciarvisi, provare, sperimentare e divertirsi in qualsiasi tipo di campo artistico! Nella società in cui viviamo l’aspettativa sociale ci induce a fare qualcosa solo se il prodotto finale si avvicina alla perfezione. Dovremmo invece imparare a trasmettere ai bambini che l’importanza di qualsiasi esperienza è come ci fa sentire mentre le facciamo. Ci siamo divertiti? Siamo stati bene? Vorremmo riprovare? Il risultato ci ha entusiasmato o vorremmo cambiare qualcosa?

Ad oggi anche le Neuroscienze e la Neuroeducazione ce lo confermano: il cervello apprende meglio quando qualcosa ci fa emozionare e ci entusiasma, a tal punto che a guidare la nostra concentrazione è proprio l’interesse e la curiosità. È stato osservato inoltre che ogni differente attività artistica attiva una specifica regione del cervello: per esempio, la musica viene elaborata nella corteccia uditiva (che si trova nel lobo temporale) e le arti visive stimolano e vengono elaborate dai lobi occipitale e temporale e via dicendo. 

Vuoi approfondire questo argomento? Guarda questo breve video! "Come l'arte aiuta il nostro cervello" di Letizia Grandis 

Il valore dell’educazione artistica lo ritroviamo nel fatto che questa disciplina trasversale consente di acquisire tutta una serie di competenze che ci aiutano ad apprendere qualsiasi tipo di nozione e di abilità sociali, grazie alle molteplici aree in cui riesce ad entrare in modo armonioso.  Se l’apprendimento è dinamico, cooperativo ed in piccoli gruppi aumentano per esempio le capacità di problem solving e si sviluppano l’immaginazione, la fantasia, la creatività e l’invenzione (e Munari fa anche una differenziazione tra queste 4 terminologie).

Certo, arte è “educare al bello” e questo si può fare proponendo al bambino opere d’arte (anche come spunto di partenza per un progetto…perché no?), ma il messaggio che dovremmo trasmettere è che il “bello” è personale: quello che ci piace e che ci suscita emozioni e sentimenti, che sono unici e soggettivi.

“Educare al bello significa educare all’armonia delle cose, attraverso i processi della costruzione del pensiero, che permettono ai bambini -e non solo a loro- di attivare nuove strategie e nuovi percorsi individuali creativi”

Dalla rivista Nidi d’infanzia 0-3

Non smettiamo di disegnare perché non siamo bravi, non rinunciamo a modellare l’argilla, a fotografare, a comporre. La bellezza è il potersi esprimere, raccontare qualcosa veicolati da un altro mezzo, conoscersi attraverso diverse lenti. Questo è certamente un grande insegnamento che possiamo dare ai nostri bambini: l’Arte, la creatività, la fantasia non sono solo per alcuni… devono potervi accedere tutti. Le passioni vanno coltivate e per capire cosa ci appassiona davvero dobbiamo poter sperimentare liberamente canali differenti senza alcun tipo di giudizio o impostazione.

Arte è un modo di vedere la vita, una via di mezzo tra quello che è la realtà e tutto ciò che fa parte del meraviglioso mondo creato dalla fantasia, dal cuore e dalle pulsioni delle persone.

Auguro a tutti voi una vita piena di arte e la passione di trasmetterla ai bambini e alle bambine attraverso l’Essere e lo stare con loro…che è il l’obiettivo educativo più ricco e più grande!

 

Bibliografia e sitografia

  • A. G. Werner,Nomenclature of colours, Smithsonian Books, 2018
  • Bruno Munari, Fantasia, Editori Laterza GLF, 2017
  • Hervet Tullet, La Fabbrica dei colori. I laboratori, Phaidon L’ippocampo, 2016
  • Nidi d’infanzia 0-3, ed. Giunti Scuola, “Educare con l’arte” pp.32-34, marzo-aprile 2020, n.4
  • M.Zanolli, Il Giardino Infinito, Ippolita Edizioni,2009
  • T.G.Gallino, Il mondo disegnato dai bambini, Giunti, 2008
  • https://www.youtube.com/watch?v=MKvh1mAcLjw (Bruno Munari nel suo studio e al laboratorio di Beba Restelli)
  • www.incasaconmunari.it

Bibliografia Albi Illustrati

Risulta difficile dire quali albi illustrati siano più inerenti alla tematica, perché tutti gli albi illustrati di qualità sono delle vere e proprie opere d’arte. Oltre agli autori citati nel testo di cui si trovano molti libri per bambini, potremmo proporre diversi capolavori, come le bellissime immagini di Beatrice Alemagna, Oliver Jeffers, Lane Smith, Suzy Lee….e ancora moltissimi!

Oltre agli albi illustrati, sono vivamente consigliate la visione di stampe e immagini di opere d’arte di differenti autori, stili e tematiche.

Il tutto va pensato in relazione all’età dei bambini (asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria…) e per infanzia e primaria si possono iniziare a proporre libri senza immagini per stimolare la fantasia dei bambini e delle bambine (per esempio, Favole al telefono di Rodari o libri di poesie di Tognolini, Piumini ecc..).

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