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Genitori, Insegnanti, Educatori

Aiutami a fare da solo… non perché sono grande ma perché sono capace!

 A cura di Dott.ssa Marisol Trematore e Dott.ssa Francesca Zanella

Autonomie, competenze ed autostima nei bambini e nelle bambine

“Mamma, papà, aiutatemi a fare da solo!” Questo è ciò che ci chiede il bambino e di cui ha bisogno per crescere: un accompagnamento e un sostegno che non sostituisce e non prevarica il suo vero essere.

Un gioco di vicinanza-distanza che favorisce lo schiudersi delle sue potenzialità e delle sue risorse.

L’autonomia è un processo naturale che dura tutta la vita.

Si sviluppa naturalmente nel bambino se come adulti, genitori ed educatori, poniamo attenzione ai processi di crescita più che alle “performance”: anziché il “fare” è importante sostenere “l’essere”. Autonomia e indipendenza si manifestano se il bambino ha accanto delle figure di riferimento che gli permettono di essere e di diventare ciò che è, consentendogli di coltivare la libertà di agire e di pensare.

Maria Montessori affermava che “per un bambino non è importante solo l’attività in sé, ma il fatto stesso di poterla scegliere da solo. Essere attivi è appagante, ma lo è molto di più agire su qualcosa che noi stessi abbiamo voluto, rispetto a ciò che ci viene proposto o, peggio, imposto da altri. L’opportunità di scegliere conduce alla dignità dell’essere umano. La libertà non può essere concessa: fa parte della natura umana e deve essere coltivata come uno degli aspetti essenziali del carattere”.

Però dovremmo fare attenzione a non confondere la libertà di essere “con il crescere senza una guida”; la guida sono i genitori e tutte le figure educative che il bambino ha e avrà accanto.

Libertà di essere, indipendenza e autonomia si sviluppano se dalla nascita all’età adulta ci si sente contenuti: sostenuti, accompagnati e riconosciuti.

Ma cosa significa offrire contenimento al bambino?

Fargli percepire quel confine di cui ha bisogno per crescere, mostrargli quali sono gli argini entro cui il suo essere si può sviluppare. Una buona costruzione dell’identità avviene solo se egli è consapevole del fin dove può spingersi, senza sentirsi “allo sbaraglio”.

Proviamo a immaginare un fiume: l’acqua scorre, è in movimento, è libera di esprimersi in tutta la sua energia, ma al tempo stesso è contenuta dagli argini, che gli permettono di non straripare e di avere un percorso da seguire.

Questa immagine ci può aiutare a capire quanto sia importante per un bambino sentirsi al sicuro, protetto, all’interno di un confine in cui può comunque sperimentarsi, conoscersi, percependo l’autorevolezza e la presenza dei suoi “genitori-argini”.

Una delle difficoltà educative che sentiamo maggiormente oggi come genitori è proprio quella di capire come si possa offrire contenimento al bambino, cercando al tempo stesso di non limitarlo nell’autonomia.

Proviamo a considerare insieme alcuni spunti che potrebbero esserci d’aiuto.

Facciamo da guida, senza sostituirci: osserviamolo, per cogliere quali sono le sue reali competenze, facendogliele “sperimentare” (Es: se dimostra il desiderio di bere con il bicchiere e vediamo che può iniziare a farlo, lasciamolo provare, eliminando gradualmente il biberon; oppure è capace di mangiare senza il nostro aiuto… perché tendiamo ancora ad imboccarlo? O ancora, sta litigando con un amico per un gioco, anziché intervenire subito, lasciamogli il tempo di risolvere da solo il conflitto. Di esempi ce ne sarebbero molti altri e riferiti alle diverse età… proviamo a rifletterci).

Instauriamo con lui una “giusta distanza”, che non è una distanza affettiva ma è lo spazio per poter fare personalmente delle esperienze, delle scelte. Prepariamo un terreno fertile, un sistema di regole entro il quale egli possa “stare” bene: i NO, pochi, chiari e coerenti sono necessari per farlo sentire contenuto e aiutato nel comprendere qual’è il suo confine.

Aiutiamolo a capire come si sente: parliamo con lui, raccontiamo quello che facciamo e rendiamolo partecipe delle nostre emozioni. Disapproviamo i suoi comportamenti e non lui. Questo è importante perché rafforza l’autostima e l’autoefficacia.

Offriamogli sempre due alternative valide, ad esempio: “Vuoi fare il bagno o preferisci la doccia? Vuoi giocare con la palla o con i legnetti?”, così facendo stimoleremo la sua capacità di scelta; faremo sentire che ciò che pensa è importante. Dare l’alternativa lo aiuterà inoltre a sviluppare la capacità di problem solving: saper risolvere da solo problemi (capacità necessaria per tutto il corso della vita).

Cerchiamo di essere consapevoli del nostro ruolo educativo, un ruolo che richiede energia e disponibilità nell’affrontare cambiamenti e fatiche, nel tollerare gli imprevisti. Teniamo in considerazione sempre che l’autonomia indica la relazione che il bambino ha con la realtà e con se stesso ed è quindi legata all’autoefficacia e all’autoregolazione, capacità di stabilire obiettivi, di valutare le proprie azioni e di sentirsi efficaci rispetto ad esse.

Ciò che come adulti dovremmo trasmettergli è “so che sei una persona competente… So che ce la puoi fare! Io ci sono e ti sostengo”. Il bambino ha bisogno di sentire accanto persone che “credono in lui” e nelle sue capacità. Dai tentativi, dalle prove superate (ma anche da quelle andate meno bene), dal contenimento (regole), dall’affetto e dalla presenza che offre l’adulto, il bambino imparerà ad autoregolarsi.

Come educatori di nostro figlio cercheremo di AIUTARLO A FARE DA SOLO.  Rispettando i suoi tempi. Stimolandolo nelle autonomie, seguendo lo sviluppo naturale delle sue capacità. Osservandolo, per comprenderne i bisogni reali, dove c’è la necessità di spronare o dove invece di rallentare.

Valorizzandolo ai suoi occhi: è un modo per farlo conoscere a sé, evidenziando la stima che prova e la fiducia nelle sue intenzioni; è molto importante egli si percepisca adeguato a quanto la realtà gli pone davanti (attenzione adeguato, cioè sufficientemente in grado, non perfetto) perché questo lo aiuta a sostenere la fatica del crescere, dandogli il piacere.

Abbracciandolo, sostenendolo, rassicurandolo e lasciandolo andare quando sentiamo sia pronto per spiccare il volo…

Di voli ne spiccherà tantissimi, per tutta la vita e noi resteremo comunque la loro sua base sicura!

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