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Genitori, Insegnanti, Educatori

Per un Nuovo Viaggio di Scoperta: Covid e Servizi Educativi

A cura di Dott.ssa Chiara Cugini, Psicologa, Psicoterapeuta e Coordinatrice di servizi educativi

La riflessione come risorsa per ripensare il futuro in un intreccio plurimo con il passato e il presente

Il periodo che abbiamo attraversato e, seppur in maniera diversa, quello che stiamo ancora attraversando, è stato molto complesso per ognuno di noi: come individui, come società, come professionisti dell’educazione e come comunità educante.

I Servizi educativi e gli operatori che quotidianamente vi operano, hanno sentito nelle scorse settimane vacillare le fondamenta della propria identità; le premesse del lavoro quotidiano che guidavano il nostro agire sono state ribaltate; i Servizi hanno avuto un momento in cui si sono sentiti immobili, quasi paralizzati. Ci siamo ritrovati improvvisamente a chiederci come e cosa potevamo fare per uscire da questa immobilità, per cercare di dare un contributo di senso e non solo riempire un tempo che aveva improvvisamente preso una forma strana, tutta nuova.  

Abbiamo iniziato a riflettere…

Penso che ogni scelta che si fa nel mondo dell’educazione debba sempre essere dettata da una riflessione rispetto al messaggio che si veicola, nel tentativo di renderne il contenuto coerente con quelle premesse quotidiane che fanno dei servizi educativi, luoghi in cui ci si occupa e ci si prende cura della cultura dell’infanzia, dei bambini e delle loro famiglie, e si dedica attenzione all’intera comunità. Nell’estrema difficoltà la maggior parte degli operatori ha trovato un modo per riuscire a declinare la propria idea di educazione e di cura anche in questa situazione estremamente complessa.

Penso che i servizi abbiano accolto la sfida di provare a reinventarsi e a reinventare la propria quotidianità, partendo da storie estremamente diverse e appartenenze a contesti estremamente differenti, ma tutti mossi da un comune desiderio di continuare a fare cultura dell’infanzia anche senza l’ingrediente fondamentale per raggiungere questo obiettivo: la PRESENZA. Moltissimi ambienti educanti hanno lavorato alacremente convinti di voler continuare ad essere un punto di riferimento per le famiglie, cercando di mantenere una qualche forma di vicinanza possibile; obiettivo reso ancor più complesso dalla particolare delicatezza della fascia d’età a cui ci si rivolge.

È stato un tempo anche ricco di moltissime riflessioni, di sguardi plurimi, di intrecci di storie personali, familiari, collettive che riverberavano anche emotivamente nella quotidianità di ognuno di noi.

Nuovi pensieri… per ripartire!

Nel momento attuale si parla tanto delle nuove aperture, ci si interroga, nascono domande, molte delle quali non hanno ancora una risposta certa, navighiamo e sostiamo nell’incertezza ma appare importante continuare ad attivare processi di riflessione, di creazione di pensiero, di moltiplicazione di sguardi possibili sul futuro.

Credo che sia importante in questo tempo nuovo che ci aspetta continuare ad interrogarci per capire come poter declinare diversamente le nostre premesse educative, diversamente perché, mi permetto di immaginare, che sarà piuttosto difficile “ritornare come prima”, ma continuo a pensare, in modo quasi ostinato, che possa essere un’occasione per aprire una nuova pagina che sia fatta della storia del passato, anche recentissimo, e che, in qualche modo, i servizi che riapriremo saranno nuovi, non solo come conseguenza delle norme e delle linee guida, che sono fondamentali, ma perché sarà innovativo lo sguardo con il quale guarderemo il nostro agire quotidiano. Penso che sia importante continuare a riflettere su come i vincoli che ci sono dettati dalle norme possano trasformarsi in opportunità per sperimentare nuovi modi di fare educazione.

In questi mesi non c’è stato il tanto classico quanto pericoloso “abbiamo sempre fatto così” e forse adesso ci si dovrà inventare un nuovo modo di fare educazione, di sostare nella relazione, perché credo sia giusto pensare che quello che abbiamo attraversato in questo tempo possa essere anche foriero di nuove opportunità relazionali, di costruzione di legami e appartenenze.

Credo sarà importante continuare in questo processo di pensiero, di ridefinizione, di rilettura delle nostre pur ottime prassi quotidiane per scoprire nuove terre, nuove modalità per continuare a fare cultura dell’infanzia, fare educazione ed avere cura dei bimbi e delle loro famiglie.

«Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo.

Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero.

Ma su un punto non c’è dubbio.

Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato»

Murakami Haruki, Kafka sulla spiaggia

Ci interrogheremo su nuovi modelli relazionali, differenti mondi di incontrare le famiglie, sapendo che forse NON ESISTE IL MODO GIUSTO, ma esistono la riflessione, il confronto e la sintesi che ogni servizio sa fare delle proprie riflessioni, portando a strategie (e non a soluzioni) che risponderanno alle premesse di quel contesto, di quella comunità educativa e di questo momento così particolare per tutti.

Nel prospettare un ritorno ad una normalità che sarà diversa, mi piace pensare che ciò che abbiamo attraversato possa essere un possibile agente di miglioramento e di costruzione di sguardi nuovi che possiamo avere sul mondo dell’infanzia, mantenendo la fiducia nei bambini, nelle famiglie e negli operatori che ogni giorno lavorano e riflettono in maniera costante e credono nelle premesse della loro professione, affinché possano essere il porto sicuro per partire alla scoperta di nuove rotte.

Auguro a tutti voi buone riflessioni nella ricerca di nuove strategie e modi per rimettersi in gioco… più forti di prima!

 

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