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Insegnanti, Educatori, Cura di Sè

La forma dell’acqua

A cura di Dott.ssa Chiara Cugini, Psicologa, Psicoterapeuta, Formatrice e Coordinatrice servizi educativi

Da alcuni giorni rifletto sulla formazione: programmo incontri e mi interrogo su obiettivi, modalità, tempi e contenuti… poi mi chiedo: “che cosa significa formarsi?”.

Rifletto su che cosa significa fare ed essere in formazione e la prima cosa che mi viene alla mente è che la formazione per le professioni di cura, dovrebbe poter essere un tempo e uno spazio di curiosità e di scoperta. Una scoperta di sé che permette di arrivare allo sguardo dell’altro; ed una scoperta che nutre in modo prezioso, dando energia ad ogni parte della propria identità professionale. A tratti, sembra arduo portare quest’idea, tradurre in parole un sentire così complesso, appare difficile dare parola a qualcosa che è tanto importante e prezioso, quanto sfaccettato e articolato…

...difficile come stabilire che forma ha l’acqua.

Forma e Azione

Tuttavia, se si scompone la parola forse emerge una chiave di lettura: la parola formazione si compone, infatti, di altre due parole: forma e azione. E così rifletto come, forse, tutto il bagaglio di incontri, riflessioni, scambi che finisce sotto la dicitura formazione, permette di dare proprio una forma all’azione, all’azione quotidiana e all’azione riflessiva che sostiene e accompagna i processi di cura.

Ed è così che si può immaginare la formazione: come un processo che avviene attraverso un apprendimento, che potremmo definire per osmosi, "che fluisce come l’acqua, in un processo fluido, disomogeneo e a volte poso incasellabile". È qualcosa che, forse, lavora dentro e modifica il fare attraverso il sentire, attraverso la possibilità di mantenere lo sguardo vivo e attento del nostro essere nel mondo, avendo al contempo cura e attenzione per le cose che ci accadono e per la nostra persona e il nostro sé professionale. Avviene nell’incontro con il compagno di strada, nell’incontro con l’altro, nello sguardo del collega e nel qui ed ora dell’esperienza di form-azione.

Obbligo o possibilità? 

La formazione spesso rappresenta un “obbligo” che, troppo saturi di compiti da assolvere, sentiamo di dover portare a termine più come una costrizione che per piacere e nutrimento. Qualche tempo fa, alla fine di un incontro di formazione, una partecipante mi ha ringraziato per quel tempo prezioso che avevamo vissuto insieme, riferendomi che era entrata inizialmente con lo spirito di chi "doveva" e non di chi "poteva". Ed invece, durante l’incontro, ha percepito piano piano aprirsi uno spazio diverso dentro di lei: iniziava a sentire di poter cogliere in quel tempo qualcosa di prezioso e arricchente che ha fatto bene prima di tutto a lei. E quello che fa bene a noi, non può che fare bene a chi lavora con noi: in primis, ai bambini e alle famiglie di cui ci occupiamo quotidianamente.

Verso un viaggio di scoperta 

La formazione è un viaggio: "un viaggio di scoperta" come dice Proust. Nelle professioni di cura ha a che fare con lo scoprirsi e lo scoprire, l'esplorare i linguaggi nostri e quelli dei bambini, le relazioni di cura che si sperimentano attraverso l'incontro con l’altro. E, forse, può essere importante, esattamente come succede con i bambini, lasciarsi so-spingere ad esplorare temi o modelli di lavoro che non conosciamo per avventurarsi in nuove avventure che possono cambiare o dare forma alla nostre azioni. E queste esperienze possono essere estremamente arricchite dal clima che si crea durante i momenti formativi nei gruppi, clima che può, a sua volta, essere generatore di pensieri e di consapevolezze. È in un ambiente fecondo che le azioni prendono forma, non solo nel fruire concetti attraverso formazioni teoriche, che rimangono sempre importanti e assolutamente necessarie; penso che sia nella e con la formazione condivisa e costruita insieme che questa esperienza esprima tutte le sue potenzialità, diventando vero e proprio nutrimento.

Perché la formazione sia non solo un contenuto erogato, in cui si dispensano consigli, ma un processo che facilita la consapevolezza, che come l’acqua può prendere forme molteplici… buona formazione a tutti noi!

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