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Genitori, Cura di Sè

La ricerca del nostro sogno: una testimonianza di PMA

A cura di Vanessa Salmaso, testimone di un percorso di PMA 

Era il 2017 quando abbiamo deciso di avere un figlio.

Ricordo quel momento in modo cosi nitido e preciso: eravamo fuori in terrazzo, erano i primi giorni di Agosto, avevamo appena acquistato casa.

Ci siamo guardati e ci siamo detti “si, sarebbe il momento giusto, tu vorresti? “Si” e tu? “Si”. Tutto qua, non avevamo bisogno di dirci altro, non c'erano piani da fare, pensieri da ponderare, c'era solo un grande desiderio di allargare la nostra famiglia, ancora prima del matrimonio (che all'epoca non ci passava nemmeno per la testa).

Quindi abbiamo iniziato a provare, convinti che sarebbe bastato "poco".

La diagnosi d'infertilità

Iniziarono a passare i mesi, 8 mesi di tentativi, tanti forse per una coppia di 28 anni? Iniziammo a fare i controlli ed emersero i primi problemi. Cominciammo con le prime cure fatte solo di integratori per circa altri 8 mesi, ma nulla.

Dopo 16 mesi dal quella sera in terrazzo ricordo benissimo cosa mi disse il mio medico di base “con questi valori non avrete mai un figlio in modo naturale, dovrete ricorrere alla Procreazione Medicalmente Assistita”.  Mi crollò il mondo sotto i piedi, piansi...”ma come? Cosa significa? La PMA ? Che cos' è?” Non ne avevo mai sentito parlare.

I primi passi in questo mondo sconosciuto

Nella confusione e frustrazione del momento, ci rendemmo conto della poca informazione a livello culturale a riguardo ed iniziammo a navigare in questo mare di nebbia sconosciuto.

Nel sistema sanitario privato? Liste di attesa corte ma impossibile economicamente. Allora provammo con il pubblico.

Chiamammo il primo ospedale, 10 mesi di attesa..."Cosi tanto?” “Si signora, cosi tanto...”

Trascorsero altri 10 mesi... erano ormai passati già due anni da quella sera sul terrazzo.

Iniziamo a fare mille esami del sangue, mille controlli, mille visite... l'isteroscopia, l'isterosalpingografia, “Che robe sono?” “Ok vado”, “Come è andata?” “Male: fanno malissimo”.

Il primo ciclo di PMA

Inizia la 1° stimolazione della mia vita, la dottoressa mi spiega ma io non riesco ad ascoltare. La testa e il cuore in tilt. Per fortuna su un forum ho letto che consigliano di tenere il cellulare in borsa con la registrazione attiva così poi posso riascoltare tutto.

Inizio con la stimolazione ormonale: per 14 giorni devo farmi 2 punture al giorno sulla pancia..."Io? Non sono capace"... mi trema la mano. Richi mi chiede se preferisco che me la faccia lui... ma no, devo imparare. Ci metto 30 minuti per farmi quella che sarà la 1° di tantissime iniezioni.

Va tutto bene, la stimolazione procede bene, dopo 14 giorni mi ricoverano, faccio tutto in anestesia locale, quindi sveglia guardo, e sento, mentre prelevano delle mie ovaie i miei ovuli.

Torno a casa che sto poco bene, scendo dalla macchina e svengo. Richi mi porta in casa in braccio sul divano dei miei genitori. In clinica intanto fecondano i nostri ovuli e dopo qualche giorno mi chiamano per trasferire l'unico embrione pronto. Mi sono ripresa e sono al settimo cielo, convinta che “ beh ora è fatta, avrò un bambino”. Dopo qualche giorno dal trasnfert dell’embrione inizio ad avere delle perdite, arriva il ciclo... ma come è possibile? Sto di nuovo male, la clinica non mi risponde, nessuno mi aiuta. E nel panico generale, capisco che non sono rimasta incinta.

Il lunedì chiamo per chiedere spiegazioni, mi dicono che non sanno cosa dirmi, io rispondo dicendo che sono stata male, che nessuno mi rispondeva... la loro risposta? “Signora non possiamo sapere sempre tutto quello che può succedere” e mi sbattono il telefono in faccia.

Siamo a Marzo 2020, sono passati quasi 3 anni. Arriva il covid e tutto si blocca.

Il secondo ciclo di PMA

Inutile dire che in quell'ospedale non ho messo più piede. Nel frattempo, nell'attesa che il Covid passi e si possa ricominciare mi metto in lista in un altro ospedale. Siamo a gennaio 2021, sono passati 4 anni, nel frattempo ci sposiamo e mi licenzio pure dal lavoro. Non sto più bene, nonostante abbia fatto carriera nella mia azienda. Ma qualcosa dentro di me sta chiedendo un grande cambiamento. 

Si ricomincia... ripetiamo tutti gli esami (si, vanno ripetuti quasi tutti OGNI VOLTA) e riparte la stimolazione ovarica. 

Punture, controlli, analisi... qui mi trovo benissimo, sono tutti gentili, educati, empatici, disponibili. Almeno se va male non mi sarò sentita trattata come una persona rotta/sbagliata.

Entro in sala operatoria, questa volta mi addormentano, mi sveglio che gli ovuli sono già stati prelevati. Torno a casa, sempre un po' dolorante, ma molto meglio rispetto alla prima volta.

Ci chiamano dopo qualche giorno, abbiamo 3 blastocisti pronte per essere fecondate.

Sono al settimo cielo.

1° transfer: 10 giorni di attesa, beta a 0

2° transfer: 10 giorni di attesa, beta 0

3° transfer: 10 giorni di attesa, beta 0

Nessuna gravidanza nemmeno questa volta.

Piango disperata a casa con il referto in mano, Richi che non sa cosa dire, soffre anche lui ma cerca di tenermi in piedi.

“Come è possibile?” chiedo alla dottoressa, “purtroppo non c'è modo di sapere come mai”, ricevo sempre le stesse risposte.

“Possiamo solo riprovare” mi dice la ginecologa.

“ok va bene riproviamo!!”, “ok la metto in lista, si andrà tra 10 mesi” “altri 10 mesi?” “Sì".

Il terzo ciclo di PMA

Mentre attendo che passino 10 mesi mi reco in un'altra clinica, li le liste di attesa sono più corte.

Nel giro di qualche mese ricominciamo. Rifacciamo ancora tutte le analisi, le visite, spendiamo altri soldi, altro tempo, aumenta l’ansia e la frustrazione. Siamo a fine 2021.

Ricomincio la stimolazione, via con le punture, ormai sono esperta, non mi fanno più paura nemmeno gli aghi.

Sedazione, prelievo degli ovuli, fecondazione, transfer, altre punture.

“Signora vedrà che ce la facciamo, ha 3 bellissime blastocisti”

3 trasnfert effettuati.

Gravidanze... ZERO!

La stanchezza

Inizio a pensare che per noi non ci sia speranza.

Siamo stanchi, non ne possiamo più, attorno gli amici iniziano ad avere figli. Perché noi no?

Cosa abbiamo di sbagliato? Ero cosi convinta che saremo stati i primi della compagnia. Ho sognato cosi tanto quel bambino da star male. Abbiamo preso casa con 3 camere per i nostri figli, ho già immaginato le disposizioni dei lettini e dove potrei mettere il fasciatoio. Possibile resti tutto solo un'immagine nella mia mente?

Sono stanca, eppure lo voglio cosi tanto che si va bene, riproviamo.

Il quarto ciclo di PMA . E il buio. 

Passa qualche mese e riprendo nella clinica in cui eravamo in attesa, siamo a metà circa del 2022.

Inutile dire che abbiamo dovuto ripetere tutti gli esami. Quanti giri dal medico, quante ricette da fare, quante analisi da fare e rifare, ma cosa vuoi farci, noi per avere un figlio dobbiamo fare cosi.

Ricomincia la stimolazione, va tutto bene come sempre, fecondano 10 ovuli.

Passa una settimana, strano nessuno mi chiama, chiamo io e mi fanno richiamare, “Signora mi spiace ma non abbiamo nessun embrione, sono DEGENERATI tutti”, “come tutti? Non è mai successo! Come è possibile” . La risposta è sempre la stessa “Purtroppo non possiamo sapere come mai non ce l'hanno fatta." "Ma tutti i nostri embrioni? Tutti quanti? Quindi non posso fare nessun transfert?” “Esatto”.

“Signora è ancora li?” “Si", rispondo piangendo, “Se vuole possiamo rimetterla in lista, senza farla attendere 10 mesi, aspettiamo qualche mese e riproviamo”

“Mi scusi ci devo pensare” e riattacco.

La pausa e la nostra rinascita 

E' Luglio 2022, sono passati 5 anni da quella sera sulla terrazza.

Noi non siamo più noi, c'è un mostro nel mezzo che ci divora, stiamo male, siamo rotti.

Quindi no, non ci rimetteremo in lista, ci prendiamo una pausa, ci dobbiamo ricucire, riavvicinare, ricostruire.

E così è stato per un anno e mezzo: abbiamo messo da parte tutto e ci siamo rimessi in sesto. Come si chiama quella tecnica giapponese che si utilizza quando una cosa si rompe e si rimettono assieme i cocci con la lacca dorata? Ecco, a noi è successo proprio questo. Abbiamo ricominicato da noi, chiedendoci che cosa ci facesse stare bene, cosa potesse portare ricchezza nella nostra vita e cosa non volevamo più.

Con l'aiuto di figure esperte, che sono state per noi un grande sostegno, il supporto delle persone a noi care, la famiglia, gli amici e chi è stato con noi durante questo percorso, abbiamo avuto modo di ampliare la nostra rete e di essere a nostra volta di aiuto per qualcun altro. Abbiamo rivisto le nostre priorità, ci siamo dedicati ad altri progetti e la vita è "ricominciata". 

E dopo un anno e mezzo di pausa, a Gennaio 2024, dopo 6 anni e mezzo da quella sera sulla terrazza,  abbiamo deciso di riprovare.

Non ci restano più molte possibilità: in Veneto, nel sistema sanitario pubblico, puoi accedere al massimo a 6 cicli di fecondazione, questo per noi è il 5°. Riproviamo, ora stiamo molto meglio.

Non sarà facile, sarà dura, non sappiamo come andrà, ma sappiamo che siamo molto più pronti di prima.

Più consapevoli, più uniti. In questo anno e mezzo abbiamo ricostruito le nostre vite in tutto e per tutto. Sappiamo che esistiamo NOI, con o senza un figlio. E con queste premesse di consapevolezza... si ricomincia!

A te che hai letto queste parole...

A te che hai letto queste parole e ci sei dentro, non sei sola/o.

A te che hai letto queste parole e non ci sei dentro, ricordale quando chiedi ad una coppia “Ma voi figli, niente?” Ecco, dietro potrebbe esserci tutto questo, e anche di più.

Non giudicate mai una coppia senza figli: dietro a quei sorrisi a volte si nasconde molta sofferenza.

A tutte le persone che cercano un figlio: spero di aver dato, anche se poco, voce alla vostra sofferenza, alle vostre paure, ai vostri percorsi. 

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