Tutti gli articoli
Insegnanti, Educatori

Il Tempo dei Servizi Educativi: fra Kronos e Kairos

A cura di Dott.ssa Chiara Cugini, Psicologa, Psicoterapeuta e Coordinatrice di servizi educativi.

Filastrocca della lentezza

"Io vado lento,

io vado piano,

chi corre sempre non va lontano.

Il mondo è pieno di cose lente,

chi corre sempre poi non le sente.

Guarda che bello questo universo,

se corri sempre te lo sei perso.

Senti che bella questa carezza,

non ci sarebbe senza lentezza.

Rallenta un poco, rallenta ancora:

cosa succede se perdi un’ora?"

Sabrina Giarratana

Kronos e Kairos

Gli antichi greci davano molteplici definizioni del tempo.  Riprendo Boscolo e Bertrando: “Per i greci, aion è il «sempre», la durata senza limiti, priva di passato e futuro (Curi,1987b). Chronos è invece il tempo inteso come grandezza, misurabile e numerabile, che passa costantemente dal futuro in passato. […] Ma la distinzione fra Chronos e Kairos non è meno ricca di conseguenze: chronos è divenire misurabile, kairos e tempo dotato di un significato, il tempo costituito di episodi che hanno inizio e fine, il tempo dell’azione umana. La dicotomia e questa volta fra tempo obiettivo e tempo vissuto.” (Boscolo- Bertrando “I tempi del tempo“)

Il periodo trascorso ci ha fatto scoprire una nuova dimensione temporale, un tempo che all’improvviso ha preso contorni e connotazioni emotive anche molto differenti, per ognuno di noi.

Per alcuni il tempo, che prima era tiranno, è diventato un oppressore nei termini esattamente opposti, trasformandosi in “troppo“; da scarso ad abbondante, come se fosse stato un imbuto in cui il liquido ha smesso improvvisamente di scorrere e correre, ed ha rallentato. E improvvisamente abbiamo dovuto trovare nuovi modi per dare forma al nostro tempo.

Rallentare….

…è uno dei cosiddetti “buoni propositi” di moltissimi adulti che sentono che il tempo sfugge e rifugge; si ha bisogno di fermarsi, di ritrovare un tempo diverso, e soprattutto, un ritmo più lento. E il tempo dei piccoli? I bambini “perdono”, o forse sarebbe meglio dire “dedicano” molto tempo ad essere presenti a sé stessi e al mondo che li circonda per esplorare, conoscere e stupirsi. E questo tempo non è un tempo vuoto ma fatto di apprendimenti e di conoscenze fondamentali per loro come individui in formazione e anche per noi come adulti immersi in un quotidiano che, troppo spesso, ci allontana dalla memoria delle cose.

Il tempo lento diventa il momento della scoperta, dello stupore e della meraviglia, diventa occasione di crescita.

Partendo da queste premesse, è importante che i servizi educativi per la prima infanzia offrano ai bambini la possibilità di sostare nel loro tempo, che siano gli adulti a adeguarsi al ritmo dei bambini; il tempo del nido dovrebbe poter avere una forma diversa da quella del quotidiano della nostra società, fatta di consapevolezza e di scoperta, di “esserci” nel presente per accompagnare lo sguardo curioso sul mondo tipico dell’infanzia.

Dovrebbe poter essere un tempo disteso in cui non ci sia nessun adulto che sospinge verso un momento successivo, verso un dopo; ma una presenza che, con e per loro sappia sostare e fermarsi nel qui ed ora ad ascoltare il loro ritmo e i loro bisogni. I bambini necessitano di tempi distesi e i servizi educativi devono poterli accompagnare in questa lentezza che non è vuota ma ricca di opportunità, di scoperte e di apprendimento.

Il ruolo dell’ambiente educativo

Nei servizi dove lavoro da molti anni come coordinatrice pedagogica, dico spesso che “al nido si scala la marcia”, perché penso e immagino che gli ambienti educativi debbano poter rallentare e armonizzarsi al ritmo dei bambini, potendosi permettere di ascoltare lo stupore e la curiosità che li accompagna in ogni gesto del quotidiano. Perché per loro è incredibilmente affascinante la mattina, a casa, soffermarsi sul biscotto che nel latte prende una forma diversa o il dentifricio che si trasforma mentre ci si lava i denti. Tuttavia, è difficile per molte famiglie sincronizzarsi con questi loro momenti di scoperta, e allora è qui che i servizi possono svolgere un compito importantissimo: aiutare i bambini ad apprendere attraverso lo sguardo con cui leggono il mondo…che è fatto di stupore!

Uno stupore che tutti dovrebbero poter sostenere e accompagnare, creando un contesto che lasci lo spazio a questo modo di vedere le cose; che possa essere pensato come luogo in cui si trovino stimoli in grado di allargare l’orizzonte delle possibilità, visioni plurime, che diventino la base per le scoperte, le conoscenze, gli apprendimenti e lo sviluppo di competenze.

Con il magnifico stupore degli sguardi semplici.  

Il servizio deve poter adeguare i ritmi a quelli dei bambini, perché in queste splendide esperienze di curiosità del quotidiano ci sono le basi per la costruzione della relazione e degli apprendimenti possibili, anche sul piano cognitivo.

Vi auguro che il tempo al Nido possa non essere solo Kronos, ma possa trasformarsi in Kairos, tempo di significati e di vissuti interiori.

Bibliografia

  • I tempi del tempo. Boscolo Bertrando- Bollati Boringhieri (1993)

Rimani aggiornato sui nuovi corsi e articoli, sconti speciali e novità. Iscriviti alla Newsletter