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Genitori

La vita che nasce: genitori si diventa.

A cura di Dott.ssa Marina Pavesi, Pedagogista, Formatrice e Psicomotricista, Studio di Psicomotricità “La Capriola”.

ESPRIMI le tue emozioni,

non tenerle per te,

il non detto pesa come una pietra.

Non chiudermi la porta del tuo cuore,

io non ho paura della rabbia,

della tristezza o del dolore.

Posso affrontare qualsiasi tempesta

Se tu sei con me.

Perché niente è impossibile insieme.

Perché in due, io lo so,

si è invincibili.

(da: L’alfabeto del bambino naturale)

L’arrivo di un bambino nella vita di un genitore è un’esperienza certamente totalizzante e altrettanto trasformativa rispetto alla propria Identità personale e al proprio ruolo all’interno della famiglia, tanto meravigliosa quanto destabilizzante, poiché l’amore e la gioia da cui si viene travolti hanno una potenza tale, da far cedere quegli argini emotivi che abitualmente sorreggono l’equilibrio psicologico di ognuno di noi.

Per questo vivere emozioni contrastanti nei primissimi giorni di vita del piccolo è un fenomeno assolutamente normale di cui però si parla ancora troppo poco, a causa di un tabù che scaturisce dall’essere culturalmente avvinghiati allo stereotipo secondo cui un neogenitore dovrebbe essere  “preda esclusivamente di emozioni positive”.

Il valore e l’importanza del supporto genitoriale

Succede quindi che la mamma, travolta dall’amore per questa creatura (complice anche la bufera ormonale in corso), venga assalita da paure fobiche e pensieri catastrofici, talmente pesanti da faticare a verbalizzarli, sia per la tristezza che questi portano con sé, ma soprattutto per il senso di inadeguatezza che si avverte pensandoli. Per superare il fenomeno del materny blues è invece fondamentale che la mamma venga supportata e rassicurata rispetto a quanto le sta accadendo e in questo centrale è il ruolo giocato dal papà, sia nel sollievo che può dare alla mamma, occupandosi della condivisione delle mansioni di accudimento, ma soprattutto dando la possibilità alla propria compagna di esprimere l’uragano emotivo che la sta travolgendo, dando spazio e accettazione a manifestazioni corporee come il pianto, o ad atteggiamenti di irritazione e spossatezza, nonché incoraggiandola a mettere in parola i pensieri che la opprimono.

Il ruolo della figura che affianca la madre nella composizione della famiglia del nuovo nato (il padre, o l’altra figura genitoriale), è altrettanto fondamentale nel creare attorno alla mamma e al piccolo un nido sicuro e tranquillo. Ricevere troppe visite nei primi giorni, come al contrario percepire un senso di isolamento e sopraffazione rispetto alle fatiche fisiche legate all’accudimento, possono infatti minare il benessere della diade madre-figlio, per cui è molto importante che l’altro genitore si sintonizzi sui bisogni di riposo della madre e possa coinvolgere nella giusta misura parenti e amici stretti nell’accudimento del piccolo, soprattutto quando il congedo parentale finisce e la madre si ritrova quindi a casa da sola con il neonato.

Se il ruolo paterno o dell’altro care-giver nel supportare l’equilibrio emotivo della mamma è centrale, non va però trascurato che anche per l’altro genitore l’arrivo di un figlio è un momento di trasformazione e sconvolgimento emotivo importante. Il carico di responsabilità avvertito nei confronti del piccolo ma anche della compagna, possono infatti creare sentimenti di sopraffazione. Anche per il papà o l’altro genitore, è quindi importante poter manifestare queste sensazioni senza venir giudicato. Concedersi dei piccoli momenti di “sfogo” e svago (una corsetta, una chiacchierata con gli amici, ecc) in cui si possa decomprimere e ricaricare le energie necessarie ad occuparsi della propria famiglia, è un aspetto importante tanto quello di supportare la madre, e in questo a ricoprire un ruolo di sostegno centrale è di nuovo la rete familiare e amicale che circonda la coppia.

Dalla coppia alla triade: l’importanza della comunicazione

Un altro aspetto molto delicato che riguarda la vita familiare è il passaggio da coppia amorosa a triade genitoriale: potersi parlare sinceramente dei sentimenti provati rispetto al proprio nuovo ruolo all’interno della famiglia e al tempo stesso al diverso spazio che in essa si viene ad occupare, è un aspetto cruciale per non accumulare fraintendimenti e non-detti, che alla lunga potrebbero influire negativamente sul rapporto di coppia.

Inoltre, come la storia di ogni gravidanza è differente da un’altra, allo stesso modo ogni parto è diverso da un altro e capiterà così che, per qualcuna sia stato un avvenimento più complicato che per un’altra. Il decorso fisico e mentale post-parto dipende molto quindi dall’esperienza vissuta: ritrovare confidenza e benessere in un corpo provato dalle fatiche lasciate dal travaglio, è per ogni donna un processo estremamente personale e delicato in cui la comprensione e le amorevoli attenzioni del compagno possono facilitare la riconquista della sicurezza in se stessa.

Come madre poi succederà che la donna si trovi a fare i conti con le implicazioni pratiche e psicologiche dell’allattamento. Se è vero che l’allattamento è preferibile all’uso del latte artificiale, è però anche vero che purtroppo non sempre l’allattamento al seno è possibile e quando succede, diventare consapevoli dei propri sentimenti rispetto a tale condizione, è molto importante, per non sviluppare sensi di colpa e sentimenti di inadeguatezza nei confronti del neonato e nel proprio ruolo di madre che, se non presi nella giusta considerazione possono evolvere in condizioni depressive più importanti. Aiutare la mamma ad accettare quindi l’assenza del latte dandole modo di scoprire altre forme altrettanto appaganti per prendersi cura del proprio bambino è un passaggio fondamentale per preservare il benessere fisico e mentale di entrambi.

Un nuovo cammino… insieme!

Cantare per il proprio piccolo, massaggiarlo, portarlo in fascia, ballare, giocare, leggere con e per lui sono tutte attività di cura estremamente importanti per il benessere e per l’armonico sviluppo psicomotorio del neonato e sono forme di accudimento altrettanto significative quanto l’allattamento al seno, da valorizzare nella loro importanza non solo quando una mamma si trova nella condizione di non poter allattare, ma anche come forme di interazione privilegiate nell’accudimento da parte del padre o dell’altro genitore.

Data quindi la delicatezza del momento trasformativo che donne e uomini si trovano a vivere quando diventano genitori, sarebbe molto utile che ancor prima dell’arrivo del nascituro venissero informati o si attivassero loro stessi per l’individuazione della presenza sul territorio di residenza di punti di ascolto a loro dedicati, dove sia possibile confrontarsi con figure specialistiche della puericultura e dell’età evolutiva, come ostetriche, pediatri, educatori perinatali, pedagogisti e psicologi, i quali attraverso la loro esperienza e conoscenza possano costituirsi come importanti guide all’inizio del complicato ma bellissimo cammino della genitorialità.

Auguro a tutti i neogenitori un cammino sereno e ricco, in compagnia dell’amore e della scoperta del nuovo nato e delle nuove nate!

Bibliografia:

  • Brazelton T.B., Il bambino da 0 a 3 anni, BUR, 2017.
  • Balsamo E., D’Incalci T., L’alfabeto del bambino naturale, Il leone verde, 2016.
  • Deianna S., Greco M. (cur.), Trasformare il maschile. Nella cura, nell’educazione, nelle relazioni, Cittadella editrice, 2012.

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